Trieste, città di frontiera
- 20 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 giu
Trieste
Angelo Ara, Claudio Magris - Einaudi 2015

Angelo Ara e Claudio Magris si sono proposti di indagare proprio la peculiarità del "caso Trieste", studiandolo nella sua storia e nelle testimonianze letterarie. Ecco dunque l'unicità, a sua volta spesso mitizzata, di un crocevia che rispecchia le tensioni europee, che fonde - spesso drammaticamente - culture ed etnie diverse, e in cui possono convivere l'irredentismo e il culto di Francesco Giuseppe, il cosmopolitismo e la chiusura municipale. Profondamente triestine, e insieme internazionali, di una modernità che oggi possiamo intendere meglio, sono le figure che campeggiano in queste pagine: Svevo, Saba, Slataper, e poi i fratelli Stuparich, Michelstaedter e tanti altri ancora, al tempo stesso mediatori di esperienze diverse e inventori originali in proprio.
Alma
Federica Manzon - Feltrinelli 2024
Libro vincitore del Premio Campiello 2024

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà. (Sinossi Feltrinelli)
Consigliato da Stefania:
ad ogni pagina cresce il desiderio di scoprire i tanti volti che questa città, decentrata e un po' ritrosa, nasconde al turista frettoloso : l'eleganza raffinata e aristocratica della Trieste asburgica, la convivialità ciarliera nei caffè dai vetri a specchio, i riti pasquali nei templi ortodossi, le mercanzie abbandonate al porto vecchio dagli esuli scappati dalle truppe titine, la lucentezza dell'Adriatico e l'asprezza del Carso...un groviglio di paesaggi, Storia e storie.



A Trieste si sono girati parecchi film e serie in questi ultimi anni, ma un film in particolare mi è sembrato molto toccante: Rosa, protagonista una grande Lunetta Savino. È la storia di una coppia di lunga data, italiana lei e sloveno lui, raccontata in un momento di crisi. Una storia di mare e di confine, e soprattutto una storia di persone e di relazioni. La regista Katja Colja, triestina slovena, ha uno sguardo garbato ma incisivo che lascia il segno.
A proposito di isole greche, c'è un film francese recente molto godibile, Amiche alle Cicladi, con Kristin Scott Thomas: a Bologna è passato come una meteora ma forse da qualche parte è ancora rintracciabile. Tra un'isola e l'altra si segue la storia delle protagoniste che ci strappa molti sorrisi oltre a invogliarci a partire.