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Sulla Transiberiana

  • 18 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Transiberiana. L'ultimo treno leggendario


Andrea Cuminatto - Polaris 2020


Transiberiana

Transiberiana: l’ultimo treno leggendario Dalla cima dei monti Urali alle profondità del lago Baikal, la gelida Siberia è capace di avvolgere il visitatore in un calore inaspettato, grazie all’accoglienza dei suoi abitanti. Per molti attraversare due continenti via terra, viaggiando su una ferrovia lunga diecimila chilometri, è il sogno di una vita: questa guida vuole essere uno strumento per dare a tutti la possibilità concreta di percorrere la Transiberiana, scoprendo lungo il tragitto i segreti della Russia più profonda e misteriosa. Nato e cresciuto vicino a Firenze, Andrea Cuminatto è un giornalista appassionato di viaggi. Ha vissuto in Spagna e nel 2013 ha compiuto un viaggio di 30 giorni, spostandosi in treno attraverso 7 Paesi europei, confermando così la sua innata passione per le ferrovie. Nel 2015 e nel 2017 ha ripetuto questa esperienza con Eleonora Burroni, sua compagna di vita e di viaggi e appassionata di fotografia. La passione in comune del viaggio in treno deriva dalla possibilità, che solo questo mezzo di trasporto offre, di entrare nel profondo della cultura locale: conoscere, mentre si attraversa un Paese, la gente che lo abita.



Fuga a Est


Maylis de Kerangal - Feltrinelli 2023


Ambientato a bordo della ferrovia Transiberiana


fuga a Est


Fuga a Est è uno dei primi libri di Maylis de Kerangal, pubblicato in Italia solo un paio di anni fa. È la libera trasposizione sulla pagina di un radiodramma trasmesso in Francia nel 2010, anno che celebrava le relazioni tra Francia e Russia e che aveva visto de Kerangal intraprendere un viaggio sulla Transiberiana. Ed è proprio su questo treno che si svolge la vicenda raccontata nel libro: qui si intrecciano le vite di due giovani che però non sono giovani allo stesso modo, non

condividono la nazionalità né la condizione sociale, nessuna lingua li accomuna. Sono due estranei. Tuttavia, d'un tratto i due sono uniti dalla stessa urgenza: entrambi cercano una via di fuga da un futuro che giudicano insopportabile. Ma la riuscita della fuga dell'uno dipende strettamente dalla disponibilità dell'altra. Il racconto si sviluppa per un centinaio di pagine in un crescendo di tensione, paure, avvicinamenti e respingimenti che tiene con il fiato sospeso fino alla conclusione del viaggio, quando il treno arriva al capolinea. E la folgorante frase che chiude il libro ci rende consapevoli di quanto è cambiata, in quelle poche decine di pagine, la relazione tra i due. (Sinossi Elisabetta V.)



Consigliato da Elisabetta V.:

Lo consiglio perché chi non conosce ancora Maylis de Kerangal trova qui un significativo esempio del suo stile: una scrittura precisa, concreta e potente; nessuna retorica; un ritmo incalzante. È la scrittura inconfondibile che culmina nello straziante e splendido "Riparare i viventi". E chi invece la conosce già troverà una conferma che magari, come è successo a me, gli era sfuggita.

In questo racconto denso e teso l'autrice ci trascina sul treno, di più, ci fa entrare nella testa dei due protagonisti insinuandoci nei loro pensieri: concitati in un caso e struggenti nell'altro, ci fanno capire le ragioni della volontà di fuga di ciascuno dei due. Come loro e come il treno, ci sentiamo sempre in movimento. La Transiberiana, qui, non è il mitico treno del nostro immaginario ma, come leggiamo nel racconto, si riduce a due rotaie in forma di linee di fuga.

Chiuso il libro, sono ancora posseduta da quei due personaggi che per me sono diventati persone in carne e ossa e, pur sapendo che è assurdo, sto qui a interrogarmi sul loro futuro.

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