Filosofia minima del pendolare
- 7 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 18 giu
Bjorn Larsson - Iperborea 2025
Per la sezione viaggiare con la mente

Björn Larsson ha alle spalle un’esistenza nomade e vagabonda a bordo di una barca, ma anche quarant’anni di sfiancante pendolarismo. Pendolare incallito tra Danimarca, Svezia e Italia per lavoro e per amore, durante i suoi numerosi viaggi – in traghetto, treno, bus e qualche aereo – e migliaia di chilometri, ha osservato le abitudini e le nevrosi dei pendolari, incluso se stesso. Il risultato è un libro divertente in cui episodi di vita vissuta sono occasioni di riflessione, e l’elegante lingua della letteratura si mescola al buffo chiacchiericcio quotidiano dei viaggiatori. Si passa da spunti su come scegliere i migliori posti sui mezzi di trasporto agli snervanti imprevisti che spesso tocca affrontare, passando per l’arte di trovare il tragitto più breve a considerazioni profonde sulla decadenza del linguaggio e le trasformazioni della società, con un occhio attento ai cambiamenti nel modo in cui viaggiamo. Tra citazioni dai miti letterari come Martinson e De Beauvoir, Orwell e Beckett, non mancano critiche al capitalismo e riflessioni sull’isolamento durante la pandemia, che ha toccato profondamente chi, come lui, trova nel viaggio una ragione di vita. E c’è spazio anche per l’avventura, naturalmente: quando i venti del Nord soffiano sull’Øresund e i traghetti sono in balia delle onde, è facile ricordare altre burrasche. Con leggerezza e un’ironia che si fa aperta comicità, Larsson trasporta i suoi temi classici, come il viaggio, lo sradicamento e il bisogno di libertà, dal mondo romanzesco dei mari a quello quotidiano e urbano del trasporto pubblico, in un racconto che susciterà immediata simpatia in chiunque abbia vissuto, anche solo per poco, la frustrante esperienza del pendolarismo. (Sinossi da Iperborea).
Consigliato da Manuela:
un libro scritto in tono ironico e apparentemente lieve, che ci porta a viaggiare con la mente con considerazioni sul tempo trascorso in viaggio fra spostamenti, attese, e meticolosamente quantificato in anni di vita. E' facile riconoscerci nel "testimone", l'autore si descrive così, in terza persona, quando carpisce i discorsi dei compagni di autobus o treno e ne immagina le storie, o quando è assalito da sconforto e senso d'impotenza nell'affrontare gli imprevisti degli spostamenti. Ne consiglio la lettura ai pendolari, ma non solo, "perché il viaggio può sempre riservare sorprese, e alcune anche sgradevoli, come la vita".



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