Ferrara
- 15 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Ferrara
Una guida
Elisa Donin - Odòs, 2022

Lo sguardo di una insider, una guida contemporanea al meglio di Ferrara. Undici passeggiate lente tra musei, racconti, buon cibo e l'anima a posto. Ferrara è la città dell'utopia rinascimentale che si fa concreta; la città della giusta proporzione e della bellezza mai troppo esibita, per riserbo e per educazione. Un luogo, infine, a misura di sognatori e visionari, in cui c'è spazio per la quiete ma anche il fervore delle passioni e della creatività. (Sinossi Odòs).
Il Giardino dei Finzi-Contini
Giorgio Bassani - Feltrinelli, 2012

Con prosa levigata e musicale, Bassani racconta la storia dei Finzi-Contini, di Micol e Alberto, del professor Ermanno e della signora Olga, e di quanti altri abitavano o come lui frequentavano la “Magna domus” di Corso Ercole Primo D’Este, poco prima della seconda guerra mondiale.
Sullo sfondo la Comunità Ebraica, a cui anche Bassani apparteneva.
La storia prende le mosse dalla fine dell’anno scolastico 1929 quando Micol, bionda “di quel biondo particolare striato di ciocche nordiche”, affacciandosi dall’alto del muro di cinta della casa, rivolge per la prima volta la parola a Bassani, tredicenne “dagli occhi cerulei”, che aveva appena appreso di essere stato rimandato in algebra.
La frequentazione tra i due comincia però dalla tarda estate del 1938, periodo di leggi razziali, con le partite a tennis con Alberto e il milanese Malnate, con la visita al giardino e la fuga dalla pioggia nella “rimessa” delle vecchie carrozze, con le “occasioni perse per parlarle, baciarla, quando tutto era ancora possibile” fino all’amara, finale consapevolezza che si trattava di un amore impossibile. (Sinossi di Guido Scarascia)
Consigliato da Guido
Per le atmosfere di Ferrara (palazzi, strade, mura alberate) nei pomeriggi d’estate, sotto la neve o la sera tardi col cielo stellato.
Per Micol, diafana e indimenticabile protagonista che ”il futuro in sé lo aborriva, preferendo di gran lunga le vierge, le vivace et le bel aujord’hui, e il passato, ancora di più il caro, il dolce, il pio passato”.
Anche nel film Canone inverso, diretto da Ricky Tognazzi nel 2000, dal romanzo di Paolo Maurensig, è una bella “testa bionda”, quella di Costanza – anch’essa ebrea – a far sognare Jeno, poco più che bambino, quando la sente suonare il violino in un concerto alla radio.
Il violino e Costanza diventano così la ragione della sua vita, in un paese dell’est europeo invaso dai nazisti. La splendida colonna sonora di Morricone fa da sfondo allo struggente racconto di questa passione e del rapporto tra Jeno e il suo fratellastro che, nel segno della musica, finiscono per incontrarsi e fondersi tra loro.



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