Giappone
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Shimaguni. Atlante narrato delle isole del Giappone
Francesca Scotti, Kazuhisa Uragami - Bompiani, 2023

Narra il mito che il Giappone sia nato per volere divino da una lancia immersa nell'oceano: i grumi di sale che colarono dalla sua punta quando fu estratta ne formarono la prima isola. Questo racconto ci restituisce l'essenza di un paese arcipelago composto da isole grandi e minuscole, popolose e disabitate, ospitali e inaccessibili che racchiudono storie piene di bellezza e mistero. Frammenti che mantengono la loro individualità pur facendo parte di un tutto più complesso. Il percorso di questo atlante che va dal nevoso Hokkaidō alla tropicale Okinawa è fatto di verità e di narrazione: vere sono le isole – storia, natura, geografia, cultura –, narrativa la loro esplorazione. A fare da guida sono voci immaginate che rendono accessibili anche quei territori che non lo sono e rievocano tradizioni, antichi rituali, battaglie. Chi legge vedrà luoghi iconici come Itsukushima, dalle cui acque sorge il grande torii vermiglio, o meno noti come Fukuejima,
dove i bambini, in occasione dell'obon, si trasformano in volpi danzanti. (Sinossi Bompiani)
Tutti gli indirizzi perduti
Laura Imai Messina - Einaudi, 2024

Risa sbarca ad Awashima in un mattino freddo di primavera, con sé ha una sacca piena di buste. L'isola è bellissima, piena di luce, ma si sta spopolando: le scuole chiudono e gli abitanti invecchiano. Eppure proprio lì c'è un minuscolo ufficio postale davvero unico. Raccoglie tutta la corrispondenza che da ogni parte del Giappone e del mondo, viene imbucata ma non è possibile recapitare al destinatario. "Awashima è l'indirizzo che ha preso in carica tutti gli indirizzi perduti della terra". Risa si è offerta di catalogare le tantissime lettere arrivate all'"Ufficio Postale alla deriva". Chi scrive al marito che non c'è più, chi al proprio cuscino, chi chiede perdono a una lucertola a cui da bambino ha rubato la coda, chi alla madre che diventerà, augurandosi di saper trasmettere l'allegria... Un lavoro enorme quello che si è presa in carico Risa, ma lei lo fa per ragioni di cuore. Perché suo padre è un postino e ha lavorato tutta la vita affinché neppure una lettera andasse perduta. Se dal padre ha imparato la dedizione e la tenacia con cui ci si può prendere cura delle cose e delle persone, l'eredità che le ha lasciato la madre è ben più complicata. La sua è stata una madre intermittente, che conosceva parole magiche per evocare creature del bosco e il cui sguardo offuscato si accendeva all'improvviso su ciò che agli altri restava invisibile. Sua madre le ha insegnato la poesia e la curiosità verso ciò che è estraneo, perché "è dall'incontro con gli sconosciuti che può nascere lo straordinario". Ma ad Awashima Risa è venuta anche per un altro motivo: il sospetto, o la speranza, che tra quelle migliaia di parole d'amore, rimpianto, riconoscenza, biasimo, gioia c'è ne siano alcune indirizzate proprio a lei... (Sinossi da seconda e terza di copertina)
Consigliato da Daniela
C'era un tempo (e io che quel tempo l'ho vissuto penso di essere stata davvero fortunata) in cui le lettere le scrivevi a mano: sceglievi la carta, la penna (che per me era sempre una stilografica con inchiostro rigorosamente blu), la busta... ti prendevi tutto il tempo necessario per esprimere a parole quello che c'era nel cuore, nei pensieri e poi affidavi il tutto alle Poste e cominciavi ad aspettare una risposta che sembrava non arrivare mai ma che quando la trovavi lì nella buchetta era un'emozione indicibile... In questo romanzo di Laura Imai Messina si parla di lettere, di lettere particolari che non hanno un destinatario preciso con tanto di indirizzo e quindi, come messaggi in bottiglia, sono destinate a vagare per essere alla fine date alle fiamme. Ma in Giappone c'è un luogo "misericordioso", l'Ufficio Postale alla deriva, che le accoglie, le conserva, perché sono pezzi di storie, di anime, sono parole scritte per consolare, per curare, per tenere compagnia, per aiutare a capire il mondo o meglio ancora l'anima di chi le ha scritte. E in questo senso il romanzo di Laura Imai Messina è meraviglioso perché misericordioso, pieno di affetto e di umanità. È un viaggio del cuore attraverso la parola meditata, scritta che serve più a chi scrive che a chi potrebbe forse ricevere. In uno scenario pieno di fascino, in un Giappone lontano dal chiasso assordante delle grandi città, su un'isola a forma di elica o a ben guardarla dall'alto a forma del kanji di "persona" (!) un viaggio del cuore che fa bene all'anima.

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